Chi sono

Sono Psicologa Clinica e Psicoterapeuta familiare sistemica. Mi sono laureata all’Università di Padova in Psicologia ad indirizzo Clinico e di Comunità; successivamente mi sono specializzata presso l’Accademia di Psicoterapia della Famiglia di Roma di Maurizio Andolfi, sede di Modena. Durante gli anni universitari, ho potuto mettere a fuoco, all’interno e anche al di là del percorso accademico, quelli che erano e sono rimasti i miei interessi preminenti, che riguardano i processi identitari, declinati all’interno di dinamiche familiari e contesti storico- sociali e culturali, non da ultime le questioni legate alle identità e differenze di genere. Successivamente, ho svolto il tirocinio post-laurea presso l’Unità Operativa per l’infanzia e la preadolescenza di Parma. Questa esperienza e i seguenti anni di lavoro come coordinatrice di servizi per l’infanzia, la preadolescenza e l’adolescenza (doposcuola, centri di aggregazione giovanile, servizi estivi) e come psicologa scolastica, mi hanno portata sempre più a convincermi di quanto spesso la persona porti il disagio non solo suo, ma del nucleo familiare, del suo sistema. Da queste premesse, la mia specializzazione in psicoterapia sistemica (e il tirocinio in Neuropsichiatria Infantile, dove ho incontrato bambine e bambini, famiglie e genitori) è stata la coerente scelta rispetto al mio sentire, alla mia visione del mondo, alla mia necessità di inserire la pratica clinica in una visione ampia, che tenesse conto dei contesti in cui sono immerse le persone, delle modalità di funzionamento delle famiglie e dei mutamenti che coinvolgono le strutture familiari, le identità, le differenze… Nel mio lavoro di psicoterapeuta mi occupo di percorsi di consulenza e psicoterapia per individui, coppie e famiglie in un’ottica che pone la persona all’interno di un sistema complesso fatto di dinamiche relazionali, presenti, passate, introiettate…  Ciò significa che, per me, le difficoltà, le impasse, i disagi che una persona si trova a vivere e ad affrontare nei diversi momenti della vita, derivano certo da componenti intrapsichiche, personali, ma anche, egualmente e spesso in modo strettamene imbricato, da fattori interpsichici, familiari e transgenerazionali e sociali.  Siamo complesse forme di vita, esseri bio-psico-sociali in continuo divenire, frutto della nostra storia unica e irripetibile. 

Approccio sistemico-relazionale

Perché?

La teoria sistemico- relazionale nasce negli Stati Uniti intorno agli anni ’50 per poi svilupparsi anche in Italia grazie agli apporti imprescindibili della scuola di Milano di Mara Selvini Palazzoli e dell’accademia romana di Maurizio Andolfi, solo per citare alcuni nomi di “pionieri”, ma gli apporti sono davvero molteplici. Il filo rosso che accomuna i diversi sguardi degli autori sistemici è un cambiamento di paradigma rispetto all’idea di un funzionamento psichico tutto interno alla persona e al disagio psichico teorizzato, di conseguenza, come “qualcosa che non va” nell’individuo. L’orientamento sistemico pone il soggetto imprescindibilmente all’interno di un sistema di relazioni, in cui nasce, cresce, vive e si forma la sua idea di essere-nel-mondo. Anche il disagio psichico assume una valenza relazionale e il sintomo non è solo del singolo, ma diventa una disfunzione del funzionamento di tutto il sistema, un segnale di sofferenza dell’intero nucleo. Cambia, quindi, il senso della diagnosi (che diventa diagnosi relazionale) e, naturalmente, radicalmente, il lavoro terapeutico. La terapia si focalizza sulle relazioni attuali della persona, sui meccanismi di funzionamento del nucleo familiare, fatti di lealtà invisibili, di triangolazioni più o meno consapevoli, di difficoltà nel gioco appartenenza/individuazione. Ma si tuffa anche nel passato, rileggendo la storia transgenerazionale (la “regola aurea” del terapeuta sistemico è che tre generazioni siano l’unità minima per conoscere la storia familiare…), i miti familiari, i mandati, il sistema di debiti e crediti… E rilancia sul futuro, nella ricerca di risorse interne al sistema stesso, che permettano il crearsi di nuove narrazioni e nuovi equilibri, più funzionali per affrontare le crisi e i nodi evolutivi che si incontrano lungo tutto il ciclo di vita.

Per chi?

La terapia sistemica considera l’individuo all’interno di un contesto relazionale, culturale e sociale. Da questa premessa si comprende come l’ambito di applicazione connaturato sia la terapia con le famiglie e di coppia, in cui, anche intuitivamente, le dinamiche relazionali assumono con evidenza la loro portata; ma anche quanto un tale approccio possa essere (come è) utilizzato molto proficuamente nei percorsi individuali, in cui la persona porta tutta la complessità del suo mondo interno, esterno, introiettato…

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